Le "Dame di Challand" e la parte alta del Vallone di Chasten (26 giugno 2011)
Ultimo aggiornamento della pagina: 08-07-2018
Partenza: Challand Saint Anselme fraz. Tollegnaz (mt. 1034) - in
alternativa fraz. Ruvere (mt. 932) o Challand S. A. Capoluogo (mt. 1040)
Difficoltà: E+ sino Alpe Merendiù, EE parte finale sino al Colle di Chasten
Periodo consigliato: giugno/settembre (consigliato giugno per la
fioritura dei rododendri anche se nella parte alta verso le "Becche"
possono perdurare nevai)
Dislivello: mt. 1515 da Tollegnaz al Colle di Chasten, mt. 1617 da
Ruvere al Colle di Chasten, mt. 108 in discesa da Challand S.A.
Capoluogo a Ruvere
Segnavia: 2 - 2A - sentieri senza numerazione, ometti, frecce gialle,
segnali in legno, 22 per il tratto da Ruvere alla poderale di Chasten,
1 da Challand Capoluogo a Ruvere. Nota del 2-7-2012: il sentiero
numerato come 2 attualmente dovrebbe diventare n° 11 (nuova
numerazione proposta a luglio 2012 nella mappa posizionata a Quincod,
fronte municipio). Il numero 2 è attribuito anche ad un sentiero
che porta a Arbaz partendo dal Ru d'Arlaz.
Tempi percorrenza: da Tollegnaz a Merendiù Sup. per il sent. 2A
ore 4, da Merendiù Sup. a Colle Chasten circa ore 1.20, discesa
a Tollegnaz per il sentiero centrale (sent. s.n.)-sent. 2-pod.
circa ore 3.
Da Challand S.A. a Ruvere ore 0.15 (in discesa/salita), da Ruvere alla
pod. per Chasten circa ore 0.20 in salita, ore 0.15 in discesa. Discesa
dal Colle di Chasten per il sent. 2 (Alpe Pera Picolla) a Tollegnaz
circa ore 4.30. Il numero 1 era un tempo attribuito al sentiero per Moulaz da Allesaz (ora 12).
Acqua: Challand. S.A., Ruvere, Tollegnaz, A. Grun, A. Tseuc, Alpe
Suoveni, Alpe Brenga Soleil, fontana dopo Alpe Tseuc, A. Merendiù sup., il vallone
è ricco di corsi d'acqua e sorgenti (alimenta l'acquedotto
comunale di Challand S.A.)
Note: sentieri poco segnati nella zona superiore del
vallone causa scarsa frequentazione dell'area e vegetazione bassa
(ginepri, rododendri, rabarbaro), nella zona del M. Nery non é
infrequente imbattersi in stambecchi o camosci. La zona meriterebbe di
essere valorizzata dal punto di vista escursionistico.
Precauzioni particolari: prestare attenzione ai tratti di sentiero poco
evidenti e nella zona della conca detritica che precede il colle causa
massi instabili e rocce friabili. Sono richiesti un buon
allenamento e la capacità di muoversi su terreno difficile con
sentiero poco evidente e/o visibile a tratti.
Equipaggiamento particolare: scarpe da trekking impegnativo o
alpinistiche, bastoncini da trekking o nordic walking, ev. ripiegabili per i tratti
di pietraia prima del Colle. Sconsigliate le scarpe basse.
Tracciato GPS: tracciato n° 68 per l'anello Tollegnaz - A. Suoveni
- A. Merendiù Sup.- Alpe Pra Baluard - Alpe Tseuc per i sent. 2A
- sent. s.n. - 2 - pod.. Tracciato 85 per l'anello da fine pod.
all'Alpe Merendiù Sup. - Colle Chasten - Biv. Cravetto - Alpe
Pera Picolla per i sent. 2A e 2 (Att: per i tratti su pietraia
prima del colle e dal colle al Biv. Cravetto la traccia va considerata
indicativa, il percorso va individuato sul posto, le condizioni delle
pietraie possono mutare nel tempo) In
corsivo nel testo i riferimenti ai waypoint del tracciato GPS.
Immagine tracciato GPS:
Tracciato 68 parte 1,
Tracciato 68 parte 2,
Tracciato 85
Foto con legenda del vallone:
clicca qui
Mappa Open Street Map:
OSM Mapnik
PREMESSA
Il Vallone di Chasten è uno dei più profondi e selvaggi
della Valle d'Ayas, sito nel Comune di Challand Saint Anselme a confine
con la Valle di Gressoney, stretto nella parte bassa si apre a
ventaglio in quella alta con un coronamento di vette non indifferente,
dalla Punta Champlong al Monte Nery (mt. 3078, massima elevazione della
zona), al Mont Voghel, alle cosidette "Dame di Challand" (dette
anche semplicemente "becche"), visibili anche dalla pianura padana
ovvero la Becca di Vlou (mt. 2925), la
Becca Torchè
(mt. 3015) e la Becca Mortens (mt. 2735). Può essere teatro di
diversi itinerari escursionistici e via di accesso ad itinerari
alpinistici alle suddette vette come la parete nord della Torchè
ed il Mont Nery (per informazioni su quest'ultima vedere il "sito
amico"
www.ayastrekking.it) e possibili trekking intervallivi con i vicini valloni di La Tron e Champlong (
Alpe Moulaz)
oltre che con la Valle di Gressoney. Il valico è sempre stato
essenzialmente di tipo pedonale, non utilizzato per gli spostamenti con
il bestiame, in quanto da entrambi i lati si presenta scosceso, con un
percorso essenzialmente su pietraie di massi poco stabili e richiede
una certa attenzione nell'attraversamento. Dal valico si accede al
Vallone di Stolen (detto anche delle Borine) ed è possibile la
discesa ad Issime. Il Vallone è sicuramente uno dei
più belli ed affascinanti della Valle d'Ayas soprattutto nel periodo di inizio estate
quando pervangono ancora i nevai alla base delle pareti nord delle
"becche", gli stessi che diedero origine alla leggenda secondo la quale
nel medioevo i vallogiani erano costretti ad estenuanti corvees per
ricoprire i nevai stessi in modo che con il loro riverbero non
abbagliassero le damigielle che soggiornavano al Castello di Graines.
Da Brusson si ha infatti un bellissimo colpo d'occhio sulle "Dame di
Challand" e sul versante sinistro orografico dell'alto Vallone di
Chasten, che costituiscolo lo sfondo della vallata.
Per una esplorazione completa e per la lunghezza dei percorsi è
possibile effettuare l'escursione in due giorni con pernotto al
Bivacco Cravetto raggiungibile attraverso il Colle di Chasten (percorso EE).
Malgrado la bellezza e l'accesso a vie alpinistiche di tutto rispetto,
la zona non è molto frequentata sia per i notevoli dislivelli da
valle (non sono presenti bivacchi ma è possibile
utilizzare il
Bivacco Cravetto) sia
soprattutto per i sentieri poco evidenti e che tendono a scomparire per
la presenza di cespugli e vegetazione varia (gran parte del vallone si
sviluppa a quote relativamente basse, con boschi, e la presenza di
molta acqua contribuisce allo sviluppo della vegetazione). Negli ultimi
anni, complice forse anche l'interesse crescente di appassionati che
illustrano le loro escursioni sui loro siti internet, il numero di
escursionisti in cerca di un angolo intatto di Valle d'Aosta è
andato un poco aumentando. Inoltre si è visto un grande aumento
di presenza umana dovuto ai proprietari degli alpeggi che
contribuiscono davvero a mantenere vivo il vallone, perlomeno nelle
zone dove le baite sono utilizzate Sono infatti i proprietari a
ricostruire ogni estate il ponticello sopra il torrente di Chasten che
collega i due sentieri principali all'altezza dell'Alpe Suoveni (e a
smontarlo a fine estate) e, con il passaggio di bestiame, a mantenere
visibili i sentieri. In realtà la segnaletica è stata in
parte ripristinata pochi anni or sono (circa nel 2007-2008) sia con
l'apposizione di frecce gialle e numerazione sia con frecce
lignee. In ogni caso poichè la traccia del terreno è
discontinua sono richiesti una certa pratica nel localizzare il
percorso quando tende a non essere visibile mentre la traccia GPS o una
adeguata cartografia
possono essere d'aiuto. La nuova nbumerazione dei sentieri a luglio
2012, esistente per ora solo sulla carta (con difformità dai
numeri sul terreno) non è certo di aiuto (si consiglia di
utilizzare la mappa
OpenStreetMap, tracciata direttamente da rilievi sul terreno e pressochè completa a fine agosto 2012)
Attualmente (2011/2012) nel vallone troviamo due-tre sentieri principali ed alcuni minori, oltre alla sterrata. Nello specifico:
- nella parte bassa del vallone (sino poco prima dell'Alpe Grun)
troviamo la sterrata che sale da poco prima di Tollegnaz, costruita
senza dispendio di mezzi negli anni 80-90 e prolungata nel 2006 sino al
ponte prima dell'Alpe Grun, in parte lastricata e munita di idranti
antincendio (!), ed il vecchio sentiero (numerazione 2-2A che qua
coincidono), che passa dal ponte di pietra (Pont de Pera) e poi si
ricongiunge con essa.
- nella parte mediana del vallone (dalla fine della sterrata sino
Alpe LA Sort. Inf.) troviamo il sent. 2 sul lato dx orografico, forse
il sentiero più utilizzato, ed il sent. 2A (sx orografico) che
è stato ritracciato nel 2008 circa (tale sentiero sale a
Merendiù sup. passando da Alpe Suoveni e da Merendiù Inf.)
- nella parte alta (oltre La Sort Inf.) troviamo il vecchio sent. 2
(in futuro 11) che si sposta ancor di più sul lato dx orografico a toccare
Alpe Pera Piccola (o Pera Picòlla) per poi salire al Colle di
Chasten compiendo un ampio arco (ma le tracce qua sono molto labili) ed
il sentiero 2a che compie anch'esso un altra grande curva raggiungendo
Merendiù Sup. dalla sx orografica, nel mezzo inoltre un tratto
di sentiero non numerato (qua indicato come sent. s.n.) di
realizzazione più recente (anni 80 ?) che costiutisce la via di
accesso più diretta ed utilizzata a Merendiù Sup.
Sono inoltre presenti collegamenti trasversali e tracce di sentieri ormai quasi scomparsi come il breve sentiero s.n.
che da poco sopra Tseuc collega con Alpe Suoveni attraversando il
ponticello smontabile sopra descritto e quello, ormai quasi scomparso
che collegava Alpe Crote con Merendiù Inf. (in pratica collegava
i sent. 2 e 2A). E' stato inoltre ritracciata la diramazione che da
Alpe Suoveni porta all'Alpe Brenga Soleil (che proseguiva verso la superiore Alpe Molinet). Infine il Vallone di Chasten
costituisce una via di accesso all'Alpe Moulaz dai sentieri 1A e 1B e
da uno ormai poco visibile più antico che partiva dal ponticello
che collega pod e sent. 2 poco sopra il Pont De Pera.
In caso di salita invernale (con ciaspole) occorre ricordare che nei
mesi di dicembre e gennaio la parte bassa del vallone sino poco sopra
Alpe Tseuc è interamente in ombra per tutta la durata del
giorno, occorre fare attenzione soprattutto alla presenza di ghiaccio.
La ricezione dei telefoni cellulari è buona nella parte alta del
vallone, diminuisce scendendo per divenire pressochè nulla da
sotto Alpe Grun sino all'uscita dal vallone.
Nella parte alta del vallone i sentieri sono visibili solo grazie a
segni gialli (vecchi e scoloriti o nuovi) ed ometti in pietra che
spesso il tempo (animali, movimento della neve in inverno, ecc.)
tendono a crollare assumendo l'aspetto di anonimi mucchietti di sassi.
Si invita chi percorre questi sentieri a contribuire alla loro
visibilità, risistemando gli ometti crollati o ponendone di
nuovi ove necessario.
Concludo auspicando che il Vallone di Chasten venga giustamente
valorizzanto dal punto di vista escursionistico con una adeguata
sistemazione dei sentieri (e non con il prolungamento della poderale
come da anni vorrebbe qualcuno), magari con la costruzione di un
bivacco nella parte alta per consentire escursioni di due giorni e la
realizzazione di collegamenti con le valli laterali (Vallone di La
Tron), in quanto trattasi di uno dei più belli ed intatti
(perlomeno nella parte alta) luoghi della Valle d'Aosta. Raccomando di
affrontare le escursioni con una adeguata preparazione, personalmente
si cercherà in questa pagina e nella
Galleria Fotografica,
di dare adeguate indicazioni soprattutto per quelle zone dove è
facile predere la traccia del sentiero e confondersi. Altre
informazioni inerenti le escursioni nella zona si possono trovare nel
già citato "sito amico"
www.ayastrekking.it.
Il Vallone di Chasten è stato inserito nel censimento "I luoghi del cuore" del Fondo Ambiente Italiano alla pagina
http://iluoghidelcuore.it/luoghi/aosta/challand-saint-anselme/vallone-di-chasten/81362. Potete votarlo da questa pagina (nota: è possibile votare anche per più luoghi diversi).
ATTENZIONE !!
Le frane di fine inverno 2017-2018 che hanno provocato danni in diverse
zone della Valle d'Aosta (ad esempio la zona già franata del
Vallone di Froudiere)
hanno interessato anche il Vallone di Chasten, danneggiando i sentieri
nel tratto poco a valle dell'Alpe Pra Baluard, in paticolare nella zona
del bivio per Alpe Suoveni. A luglio 2018 sono presenti diversi tronchi
abbattuti, terra, pietre e neve residua (si tratta comunque di una zona
dove la neve scarica sempre in ovnerno) e il sentiero è da
ripristinabile (non è garantita la percorribilità
attraversando i detriti). Sono stati inoltre devastati alcuni tratti
già un po' critici del sentiero 2A poco sopra la zona da cui si
stacca dalla poderale, prima dell'ultimo ponte a valle di Alpe GRun
(anche qua non è garantita la percorribilità).
ITINERARIO PONTE DI PIETRA - A. SUOVENI - A. MERENDIU' SUP. (Sent. 2-2A, vedi
tracciato GPS n° 68)
L'itinerario qua descritto conduce sino ad Alpe
Merendiù Sup attraverso uno dei sentieri più antichi del
vallone, poi caduto in disuso e ritracciato di recente con numerazione
2A (dal termine della sterrata) e 2 (a valle di essa, il sent. 2
prosegue poi per Tseuc - Sort Inf. e Pera Picolla). Il
sentiero in alcuni tratti è poco visibile e, nella parte alta
del vallone, può confondersi con l'erba (attenzione, se alta
può nascondere le frecceie gialle sulle rocce), presenza di
buche nascoste dall'erba, cespugliame vario, ecc.
Viene data la partenza da Tollegnaz, in quanto è quella
più utilizzata ma è possibile anche salire da Ruvere
(tramite il sent. 22 che si collega alla poderale, appena dopo il ponte
sull'Evancon) o direttamente dal capoluogo di Challand S.A. (Quincod),
scendendo a
Ruvere per il
sentiero 1 (scendere dalla via principale dinanzi il negozio di
alimentari, opposto alla strada che sale alla chiesa, sino al
parcheggio situato vicino al vecchio capannone in lamiera utilizzato
per le manifestazioni e prendere il sentiero che scende
ulteriormente alla destra del capannone, raggiunta Ruvere attraversare
il ponte sull'Evancon e risalire sino alla scolta per Tollegnaz dove
parte il sent. 22). Questo percorso era quello più utilizzato un
tempo, quando le strade asfaltate che collegavano le frazioni non
esistevano. Prevedere circa 40-50 minuti da Quincod alla poderale per
Chasten.
Da
Tollegnaz lasciare l'auto
al piccolo parcheggio vicino cappella e parco giochi, poi salire subito
un tratto di sentiero numerato (2-2A per Chasten) tra le case, poi un
altro o un tratto di strada asfaltata, sino ad una fontana coperta da
dove parte la tratta di sentiero che si collega con la sterrata.
Raggiunta la sterrata (
pod1, ore 0.10 dalla partenza) la si segue verso destra superando l'incrocio con il sent.1a per Moulaz (
bivio1) e la congiunzione con il sen. 22 da Ruvere (
pod2) per poi con una curva netta entrare nel vallone. Poco dopo troviamo un altro segnale (
bivio2, ore 0.10 da
pod1,
ore 0.20 totali) che ci indica a destra, in leggera discesa, il vecchio
sentiero 2-2A per il Pont De Pera / Alpe Leuria. Prendiamo questa
strada e in pochi minuti raggiungiamo il bel ponte di pietra, sospeso
sopra un orrido nascosto e spettacolare (
Pont Pera,
ore 0.05 da
bivio2, ore 0.25 tot.). Superato il ponte, il sentiero
prosegue sulla sinistra sempre ben evidente e in parte ancora
lastricato, a fianco il torrente con cascatelle varie (poco sopra il
ponte è possibile anche raggiungere l'acqua). Poco sopra si
incontra una edicola votiva incastonata nella roccia, la c.d. Madonnina
di Tollegnaz (
Madon Toll, ore 0.05 dal Ponte di Pietra) e poi un'altra croce a memoria (
memoria1) in corrispondenza di una lapide ed una diramazione che a destra porta all'
Alpe Leuria. Finalmente si apre un
poco il bosco ed una piccola diramazione del sentiero ci congiunge alla
sterrata attraverso un ponticello in legno (
ponte2,
ore dalla Madonnina, ore 0.45 dalla partenza). Prima della
costruzione della sterrata il ponte costituiva il collegamento con il
sentiero per Moulaz (ancora esistente ma ben nascosto, sostiuito dai
più recenti 1A e 1B), dopo la costruzione della prima tratta di
sterrata era invece il collegamento della poderale con il sentiero che
proseguiva per gli alpeggi. Attualmente è invece l'ultima via
per tornare sulla sterrata (
bivio6)
ed evitare il tratto di sentiero poco sopra che è poco visibile
ed invaso dalle erbe anche perchè attraversa zone ricche d'aqua.
Nota: nel tracciato n° 68, il ponte 1
corrisponde al Ponte di Pietra, anche se il wp è stato denominato
Pont Pera.
Proseguendo sul sentiero comunque si incontrano tre manufatti in
cemento dell'aquedotto, l'ultimo in corrispondenza di un ruscello
(tavolato a ponte, attenzione: molto scivoloso), poi si passa a valle
di una piccola baita (invisibile tra il fogliame) e con un tratto
rettilineo si fuoriesce sulla sterrata in corrispondenza di un tornante
(
pod3, ore 0.20 dal
ponte2,
ore 1.05 dalla partenza). Il percorso del sentiero qua coincide con
quello della sterrata sino alla fine della stessa dove uno slargo
consente il parcheggio dei mezzi motorizzati autorizzati (
ponte4, ore 0.15 da
pod3,
ore 1.20 totali). Il
ponte3 si trova poco a valle del punto
pod3 e lo
attraverseremo in discesa. Un altro sentiero seminascosto da qua porta
alla vicina Alpe Chavanisse.
A sinistra a inizio il sentiero 2A (il 2 prosegue oltre il ponte per
Alpe Grun, ben visibile), sale abbastanza visibile a passa alcuni
ruscelli, uno dei quali munito di fune per tenersi (
rusc3, ore 0.10 dal
ponte4,
ore 1.30 totali). La traccia è sottile ma visibile, comunque si
procede lungo il torrente (visibile il poggio su cui si trova Tseuc,
dal basso) poi più nel bosco. Si passa un utimo ruscello (
rusc4,
attenzione sembra ci sia un'altra traccia a destra ma va comunque
ignorata e termina subito). Il sentiero compie un ampio tornante
in una specie di radura e diviene più ripido, passa sotto un
roccione (
roccia) e poi nel
bosco mostra ben evidente una diramazione che va verso destra a
mezzacosta, ovvero il sentiero per Alpe Brenga Soleil / Molinet. Il
bivio è segnato da una coppia di cartelli in legno (dal 2012) e da una freccia gialla (
bivio3,
ore 0.20 dal ruscello con fune, ore 1.50 totali), si svolta a sinistra risalendo verso un prato ove troviamo le
case di Alpe Suoveni (
A Suoveni, mt. 1607, ore 0.05 da
bivio3, ore 1.55 tot. da Tollegnaz).
Da questo alpeggio, ovvero dal lato opposto delle case rispetto al
nostro punto di arrivo, è possibile tornare verso A. Tseuc se
presente il ponticello sul torrente di Chasten (solitamente nel periodo
in cui sono abitati gli alpeggi), la diramazione dal 2012 è
individuata da un altro segnale in legno. Il sentiero 2A invece
è poco visibile, prima del segnale in legno vi è una
freccia 2A ma sembra indicare il sentiero che scende al torrente (che non ha numerazione).
Occorre invece
risalire il prato
tenendosi dal lato del torrente per ritrovarlo sotto i larici. In
questa fase la traccia nel bosco è abbastanza marcata anche se
può esserci erba e sale ben ripida con alcuni zig-zag.
Più sopra si intravede una baita dispostra trasversalmente alla
pendenza e la si raggiunge dopo aver superato un piccolo fabbricato che
la precede (
A Ronc, mt. 1719,
ore 0.20 da Alpe Suoveni, ore 2.15 totali). Si passa a valle della
baita e poi si riprende la salita, sempre un po' ripida.
Poco sopra cominciano ad intravedersi le montagne che coronano la parte
alta del vallone ed il colle. La traccia del sentiero però
è un po' meno evidente, altena tratti ben marcati ad altri meno
visibili, sino a che il bosco si apre su un prato che costituisce un
altro dei punti in cui occorre un po' di attenzione. Sotto alcuni
alberi si trovano dei vecchi
muretti bassi (
muretti, ore 0.20 da Alpe Ronc, ore 2.35 tot.) e, a sinistra, una freccia gialla (
freccia2a)
su una pietra ben visibile anche se lontana una 50ina di metri. Si
raggiunge la freccia (che indica verso destra), dietro la quale il
prato diviene quasi pianeggiante ed invaso da rabarbaro ed ortiche. Due
grossi massi sono nel mezzo, sul secondo vi è un'altra freccia
gialla ma è visibile in discesa, il sentiero passerebbe a fianco
essi. Per evitare le ortiche tenersi comunque sulla destra salendo un
po' la scarpata verso gli alberi, dove ricompaiono le tracce del sent.
2A (vedi
foto).
Ritrovata la traccia occorre seguirla con attenzione per quanto possibile, le
frecce sono spesso un po' distanziate fra loro (non consiglio di fare
questo percorso in condizioni di scarsa visibilità senza un gps).
In compenso è una zona ricca di rododendri, in pratica è
il primo tratto di sentiero che scende dall'Alpe Merendiù
inferiore, posta poco sopra. Dopo alcune svolte ci si trova di nuovo
fuori dagli alberi in corrispondenza di una pietra che indica 2a verso
destra, corrispondente al bivio che in breve porta a
Merendiù Inferiore, ormai invaso dalle foglie e difficile da
notare (
bivio4, ore 0.30 dai
muretti, ore 3.05 totali). Siamo a circa 1915 mt. Da questo punto ci
troviamo sempre più vicini alle "becche" e proseguiamo verso
esse (ben visibile anche la parte destra del vallone, il Mont Nery, il
colle e l'Alpe La Sort Sup.) anche se la traccia sul terreno, come
detto, è sempre discontinua. Ci si muove spesso su prato e
cercando le frecce non sempre vicine fra loro. Si lascia a
sinistra un muretto basso, di costruzione non antica, forse a protezione della zona di Merendiù Inf (
paravalan, ore 0.05 dal bivio4, ore 3.10 totali), poi di nuovo verso le vette, con il percorso finalmente meno ripido.
Alternando prati e zone di bosco ormai molto rado, rododendri e grossi
massi, finalmente si fuoriesce in una conca dove possono perdurare
nevai. Si seguono le tracce sempre distanziate fra loro sino ad
attraversare un ruscello o nevaio se presente (
rusc5,
ore 0.25 dal paravalanghe, ore 3.35 totali), spostandoci verso sinistra
in direzione di Merendiù Sup. ora visibile. Più avanti si
torna a salire passando un altro ruscello più consistente (
rusc6, ore 0.05 da
rusc5,
ore 3.40 totali) e poi si affronta l'ultimo tratto dove la traccia del
sentiero non è molto visibile ma sono presenti anche alcuni
ometti (molti abbattuti) e Merendiù Sup. scompare alla vista per poi riapparire
all'ultimo momento (
A Merend S, mt. 2180, ore 0.15 dal
rusc6,
ore 3.55 totali da Tollegnaz). L'alpeggio di Merendiù Sup.
è detto anche Tramail De Merendiù (il termine tramail
è utilizzato per indicare l'alpeggio più elevato, dove il
bestiame era portato nei mesi centrali dell'estatate, dopo aver
soggiornato e pascolato ad alpeggi più bassi, per dare modo ai
pascoli di riprendersi in attesa di una nuova sosta a fine estate,
prima della desarpa, si veda anche in merito la pagina del
Dizionario
alla voce Tramail). Poco sopra l'Alpe Merendiù Sup., in
direzione delle Becche di Vlou e Torché, si trova il piccolo
Laghetto di Piancettin, raggiungibile in pochi minuti risalendo il
pendio erboso (spesso asciutto), originato dallo scioglimento delle
nevi ai piedi delle "Dame di Challand". Nella zona di Merendiù Sup. il telefono cellulare riceve a tratti (estate 2012)
RIENTRO A VALLE DAL SENTIERO PER SORT INF. - PRA BALUARD (sentiero s.n., vedi
tracciato GPS n° 68)
Per il rientro da Merendiù Sup. possiamo prendere il sentiero non numerato (s.n.) che
parte poco sotto il pianoro del Tramail. Dalle baite
rintracciare una gobba del terreno dinanzi la quale spuntano alcuni
larici, ad una distanza di circa 50-60mt. Il sentiero si trova in una
piccola conca dinazi ad essi, prima di una zona umida, mentre il 2a
prosegue ben evidente (lastricato) sulla destra in direzione del colle.
Nel primo tratto la traccia è incerta, poi diviene più
marcata tra i cespugli e si abbassa velocemente in un avvallamento
scendendo in diagonale. Un poco più in basso si passa su
una pietraia (
pietraia, ore 0.15 da merendiù Sup.), poi ci si sposta prima a sx e poi a dx sino a fuoriuscire in un pianoro (
piano,
pochi minuti dalla pietraia), anche qua con tracce di ristagno d'acqua.
La traccia prosegue sulla destra, poi verso valle sempre un po'
nascosta, poi svolta a sinistra in diagonale, poi torna rettilinea
verso valle ed appaiono i muri smozzicati dell'Alpe La Sort Inferiore,
su un altro falsopiano cespuglioso (
A Lasort I, mt.1930, ore 0.20 dalla
pietraia,
ore 0.35 da Merendiù Sup.). Una coppia di frecce lignee su un
larice segna il bivio tra il sent. 2 (che prosegue verso sinistra per
La Sort Sup. e Pera Piccola) e quello senza numero sinora percorso. La
freccia è ben visibile salendo, resta un po nascosta sulla
destra scendendo. La traccia in questa zona però pare perdersi,
occorre spostarsi a sinistra verso valle lungo il terreno che declina
verso il torrente per ritrovarla un po' più in basso senza
puntare verso il corso d'acqua (si riprende il sent. 2). Nella zona di
La Sort Inf. il telefono cellulare riceve a tratti (estate 2012).
Nuovamente fra cespugli, da qua il percorso si fa un po' problematico
per la scivolosità del
fondo: le pietre quando presenti sembrano disposte proprio per
fare scivolare, coperte dalla vegetazione (attenzione alle buche) e da
aghi di pino. Si scende spostandosi in diagonale e con alcuni piccoli
tornanti ai pochi muretti rimasti che segnano la posizione dell'Alpe
Crote (
A Crote,
mt. 1843, ore 0.15 da La Sort Inf., ore 0.50 da Merendiù
Sup.). Da questa posizione era possibile traversare sulla
sinistra sino a Merendiù Inf. (ben visibile dall'alto addossata
alle rocce) ma la traccia è pressochè scomparsa tra
cespugli ed ontani. Si
riprende a scendere oltre le case (sempre scivoloso, fare attenzione)
ove il sentiero nel 2012 è stato un po' ripulito ma presenta
sempre un fondo di pietre malmesse, il bosco resta sempre
abbastanza
aperto.Si
giunge così ad intravedere l'Alpe Pra Baluard fra le case,
preannunciata da una coppia di ruscelli (
rusc7 e
rusc8). Superati questi si giunge alla baita ristrutturata di Pra Baluard, alla confluenza di due torrenti maggiori (
Pra Baluar, mt. 1705, ore 0.30 da Alpe Crote, ore 1.20 da Merendiù Sup.).
Si passa dinanzi alle case e si attraversa un altro torrente su un ponte di tronchi (
ponte5),
poi si piega a sinistra per scendere così lungo il versante destro del
Torrente di Chasten. Ci si abbassa lentamente, quasi in piano,
superando alcune anse, per giungere ad una fontana isolata nel bosco in
corrispondenza del bivio con il raccordo che porta all'Alpe Suoveni,
visibile sulla sinistra su suo poggio (
bivio5,
ore 0.15 da Pra Baluard, ore 1.35 da Merendiù Sup.). Volendo
è possibile tornare sul sentiero 2A da questa strada (se
presente il ponte che viene montato nei mesi estivi) e scendere
direttamente al termine della sterrata (2 e 2A sono collegati da un breve tratto di sentiero non numerato).
Proseguiamo invece sul percorso del sent. 2 sino alla vicina Alpe Tseuc (
A Tseuc, mt.1548, ore 0.15 dalla fontana del
bivio5,
ore 1.50 da Merendiù Sup.). Anche qua è possibile
approvvigionarsi d'acqua, la fontana è posta a fianco il crotin
che è la prima baita che si incontra. Il sentiero passa dinanzi
le case disposte come aggrappate al terreno scosceso sulla destra per
lasciare il massimo spazio possibile al pascolo (vi è un'altra
traccia che passa dietro alle case e si ricongiunge al nostro percorso
appena oltre esse). Si prosegue nel bosco
con alcuni tornanti per giungere all'Alpe Grun dal lato a monte, dove
c'è un piccolo ruscello e si può vedere in basso la
sterrata che termina (è l'ultimo punto dove i telefoni cellulari
funzionano a tratti prima del black out sino all'uscita del vallone).
Alpe Grun (
A Grun, mt 1510,
ore 0.10 da A Tseuc, ore 2.00 da Merendiù Sup.) è formata
da un gruppo di baite restaurate, una ormai crollata dinanzi esse ed un
crotin anch'esso che meriterebbe di essere risistemato situato dalla
parte opposta rispetto al sentiero per Tseuc, dove vi è una
fontana e parte il sent. 1b per
Alpe Moulaz.
Scendiamo dinazani alle case di Grun, per l'ultimo tratto del sentiero,
passando a fianco un grosso masso dove vi è un altro memoriale (
memoria2) sino al ponte sul torrente di Chasten visto all'andata (
ponte4,
ore 0.10 da Alpe Grun, ore 2.10 da Merendiù sup.), dove ha
termine la poderale e parte il sent. 2a. Da qua il tracciato segue
essenzialmente la sterrata, a meno di non voler ritornare sul vecchio
sentiero già percorso in salita. Superata la congiunzione
con quel che resta del sentiero (
pod3) si attraversa un ponte in legno sulla sterrata (
ponte3, ore 0.15 da ponte4, ore 2.25 da Merendiù Sup.) e poco dopo il bivio per il ponticello in legno (
bivio6, ore 0.10 da
ponte3, ore 2.35 da Merendiù Sup.) che riporta nuovamente sul sentiero (
ponte2).
La strada compie ancora un tornate, poi si tiene sul lato destro del
vallone con un'ampia curva a sinistra sino al bivio per il Pont De Pera
(
bivio2, ore 0.10 da
bivio6,
ore 2.45 da Merendiù Sup.). Poco dopo si fuoriesce dal vallone e
ci si affaccia sulla valle. Seguendo il percorso dell'andata (svolta
per Tollegnaz al sentiero in
pod1), si giunge al punto di partenza (Tollegnaz, ore 0.20 da
bivio2,
ore 3.05 da Merendiù Sup.). Proseguendo sulla strada (da qua
asfaltata) si arriva sulla comunale poco prima di Allesaz.
PROLUNGAMENTO DA MERENDIU' SUP. AL COLLE DI CHASTEN e Biv. CRAVETTO
(sent. 2A, vedi tracciato GPS n° 85, att.: alcuni wp hanno nomi
dversi da quelli di altri tracciati stessa zona)
La salita al Colle di Chasten può avvenire raggiungendo
Merendiù Sup. per il sent. 2-s.n. o per il sent. 2A qua
descritto. E' inoltre possibile salire da Alpe La Sort Inf. a La Sort
Sup. e Pera Piccola (o Pera Picòlla), seguendo le tracce del
sentiero 2 e da qua tornare verso il colle ma poichè questo
sentiero in parte è poco visibile, è preferibile
utilizzarlo come percorso per la discesa.
Da Merendiù Superiore si prende il sentiero ben evidente e
lastricato che sale in direzione del colle seguendo la numerazione 2A
realizzata pochi anni or sono, ben visibile. Il percorso inizialmente
è abbastanza evidente, più avanti lo diviene meno,
allontanandosi da Merendiù Superiore. Occorre prestare
attenzione a quando devia verso destra, ossia prende a salire alcune
gobbe erbose (solo ometti), poichè proseguendo ci si collega direttamente al
sentiero 2 per Pera Picolla ("vecchia traccia" nello schema del
percorso GPS n° 85, ma sul terreno è ben poco visibile). Oltre all'osservazione di ometti e segni
gialli sul terreno, la traccia gps o la mappa su gps in questo caso
possono essere di aiuto per non abbassarsi troppo al di sotto del bivio
per il colle. Tale bivio si raggiunge subito dopo che il sentiero (o
quello che dovrebbe essere tale) interseca un ruscello di
dimenzioni maggiori degli altri (
ruscello2, ore 0.45 da Merendiù Sup.). Il
bivio
è evidenziato da una pietra con freccia a sinistra numerata 2,
mentre sulla destra vediamo un avvallamento, percorso da ruscello (
bivio3).
Att: sulla sulla pietra numerata, una freccia indica di salire a
destra per il canalino, la vera traccia è sinistra, poi devia
sulla gobba erbosa verso destra.
Si prosegue oltre al bivio, nella direzione opposta a quella da cui
proveniamo, per salire alcune gobbe e poi svoltare a destra sempre
seguendo ometti e poche tracce. Si tratta di risalire per prati una
dorsale erbosa puntando in direzione del fianco sinistro (guardando)
del colle che comincia ad essere vicino. Dopo alcune gobbe, la traccia
si sposta più a destra ad aggirare una
grande conca detritica,
costituente gli accumuli delle frane che si staccano dalle pareti
circostanti. Superiamo una prima pietraia di massi stabili, con traccia
ben evidente, e poi una seconda, di pietre più piccole che ci
porta così alla base del pinnacolo roccioso a sinistra
(guardando) del Colle di Chasten (qua la traccia si abbassa un poco e,
se guardiamo con attenzione, vediamo una freccia gialla su una roccia che punta in alto a destra).
Da questo punto (
basepietra,
ore 0.25 dal
bivio3, ore 1.10 da Merendiù Sup.) occorre risalire
la pietraia a grossi blocchi secondo un percorso che va individuato di
volta in volta, poichè le condizioni della pietraia mutano nel
tempo. Non è infatti possibile relizzare un sentiero (o, se
è stato fatto, non ha una durata lunga per via dei movimenti dei
massi) ma indicativamente la pietraia va risalita in diagonale, sino ad
una seconda freccia su un masso posto sul bordo sinistro (visibile
però in discesa) dalla quale si vede
una piccola traccia erbosa
non ripida che ci porta al colle vero e proprio. Attenzione: se si arriva troppo
bassi sotto la seconda freccia ci si trova in una zona friabile, di
pietre piccole e sabbia, che tendono a franare sotto il peso (estate
2012), megli tenersi più verso il centro. La pietraia va
risalita in gran parte con le mani (riporre i bastoncini se possibile
nello zaino che deve essere ben bilanciato) e facendo attenzione che i
massi su cui ci si appoggia o aggrappa siano stabili. E' bene anche
tenersi distanziati se in gruppo, onde evitare di fare rotolare qualche
pietra su chi ci segue e non stare troppo vicini alle pareti laterali
della gola. Quando si arriva in cima lo spazio è veramente
ristretto (
ColChasten, ore 0.15 dalla base della pietraia
basepietra, ore 1.25 da Alpe Merendiù Sup.).
Attenzione: la traccia GPS n° 85 nel tratto di pietraia e nel
tratto di discesa verso il Biv. Cravetto sino alla base dell'ultimo
pendio ripido è da considerarsi abbastanza indicativa, il percorso va
individuato sul posto !
Visibili dal Colle il fianco del M. Nery ed il Bivacco Cravetto,
indicato anche da alcune bandiere, sulla sinistra seminascosto fra i
massi. Per scendere al Bivacco Cravetto occorre cautela
anche da questo lato, poichè il percorso è molto ripido.
Non c'é una pietraia come dal lato di Challand, ma un prato molto
scivoloso percorso da un accumolo detritico di sassi di dimensioni
più contenute ma per questo meno stabili. Il tipo di roccia però non
è scivoloso, occorre comunque scendere con prudenza, scegliendo
di passere per zone di prato o pietraia sino alla base della rampa che
precede il colle ove traversare senza abbassarsi ulteriormente (qua le
dimensioni dei blocchi aumentano). L'avvallamento prosegue infatti vero
il basso, con tracce di sentiero, molto labili, che
costituiscono il n° 2 di Issime e scendono agli alpeggi più
a valle lasciando il bivacco sulla sinistra. Traversato verso sinistra
si rintracciano altri ometti e segni gialli (sent. 2C di Issime, segnavia nel
2012 in gran parte scoloriti), si superano alcune gobbe ed avvallamenti
sino ad arrivare la Bivacco Cravetto che finalmente torna visibile dal
retro (
Biv. Cravet, ore 0.30 dal Colle di Chasten, ore 1.55 da Merendiù Sup.).
RIENTRO AL COLLE DI CHASTEN E DISCESA A VALLE PER ALPE PERA PICOLLA (sent. 2, vedi tracciato GPS n° 85)
Dal Bivacco Cravetto si torna al Colle di Chasten per la stessa strada,
seguendo per quanto possibile gli ometti ed i segni gialli, traversando
poi alla base delle colate di detriti e risalendo il ripido pendio
erboso con pietraie (0.30 dal Biv. Cravetto). Prestare attenzione alla
scivolosità dell'erba, specie se umida, in ogni caso la salita si
rivela molto faticosa. Raggiunto il colle si scende con grande cautela
la pietraia secondo il percorso dell'andata, una freccia gialla ben
visibile su un masso posto sul lato sinistro (guardando verso
Challand) suggerisce il cammino in diagonale sino a raggiungere la base
del pinnacolo roccioso da cui parte la traccia di snetiero (freccia
gialla,
basepietra, ore 0.15
dal Colle, ore 0.45 dal Biv. Cravetto). Anche nella fase di discesa
è importante non sbilanciarsi, prestare attenzione ad eventuali
massi instabili su cui appoggiarsi, eventualmente si scende sedendosi
sui massi per avere maggior visibilità e baricentro basso,
riporre i bastoncini nello zaino e non muovere sassi che
possono rotolare a valle (stare distanziati). In questi casi il
problema maggiore è il grande sforzo sulle articolazioni delle
gambe.
Dalla base del pinnacolo si scende a valle lungo il percorso di salita
che segue la dorsale erbosa sino alla zona del bivio sent. 2/2A (
bivio3, ore 0.25 da
basepietra,
ore 1.10 dal Biv. Cravetto). In questa fase il problema maggiore sono individuare la traccia (ma gli ometti in discesa sono
più visibili), la scivolosità del prato e la presenza di buchi
che possono provocare affaticamento e storture (problema che si aggrava
nei tratti in cui sono presenti anche cespugli bassi come rododendri e
mirtilli). Svoltando a destra al bivio si percorre un primo tratto
piano a mezzacosta e poi ci si abbassa decisamente seguendo una traccia
appena accennata ed ometti abbastanza evidenti con bolli gialli, sino
ad un poggio su cui troviamo un ometto isolato (
ometto-pog,
ore 0.10 dal bivio3, ore 1.20 dal Biv. Cravetto). In questa zona
dovrebbe ricollegarsi la "vecchia traccia" per Merendiù Sup.
già menzionata. Superato l'ometto il sentiero piega deciso a
destra aggirando un avvallamento sino a risalire leggermente dall'altro
lato, supera una
grande placca rocciosa piatta
(visibile anche da fondovalle) e prosegue in leggera discesa sino a
diventare una vecchia ma evidente mulattiera lastricata che arriva
finalmente alle baite di Alpe Pera Picolla dall'alto, riconoscibili
perchè costruite attorno ad un grosso masso (
A Pera Pic, ore 0.35 dall'ometto sul poggio, ore 1.55 dal Biv. Cravetto, ore 1.25 dal Colle di Chasten).
Il sentiero prosegue oltre le baite, nella stessa direzione
approssimativa di quello che vi arriva (senza che si debba passare
dinanzi ad esse cioè), la traccia è appena evidente e
sembra puntare una grossa pietraia, in realtà devia a sinistra
verso valle (per la massima pendenza) appena prima di essa. Da qua il
percorso diviene totalmente su prato, il solco nel terreno compare solo
di tanto in tanto ed occorre seguire gli ometti distanziati fra loro
(anche per la scarsità di pietre, si trovano a volte su grossi
massi). Più a valle il percorso torna un po' evidente come solco
nel terreno, compie alcuni tornati e raggiunge i primi larici. Ormai
marcato sotto essi, scende verso sinistra a superare un torrente (
ruscello3,
ore 0.25 da Alpe Pera Picolla, ore 2.20 dal Bivacco Cravetto). Passato
il ruscello ci si sposta sulla destra in un falsopiano con delle gobbe
che lambiscono il percorso del torrente, stando appena a sinistra di
esse, le tracce sono appena accennate e più di una parallele,
superata una svolta si arriva finalmente all'Alpe La Sort Superiore (
A La Sort S, ore 0.10 dal
ruscello3, ore 2.30 dal Biv. Cravetto).
Anche queste baite, come quelle di Pera Picolla, sono abbandonate ed in
cattive condizioni. Il percorso è ben evidente trattandosi di
una larga mulatteria anche se ormai poco utilizzata, svolta nuovamente
a compiere un'ampia curva a sinistra e si abbassa nei prati a valle
dell'alpeggio, poi supera un altro ruscello (
ruscello4), si perde un
poco la traccia in una zona umida di rigagnoli e fuoriesce sul pianoro
dell'alpe La Sort Inferiore in corrispondenza del segnale ligneo per
Pera Picolla (
bivio4,
A La Sort I, ore 0.15 da La Sort Superiore, ore 2.45 dal Biv. Cravetto, ore 2.15 dal Colle di Chasten).
Da La Sort Inf. si scende a Pra Baluard, Tseuc e Grun come descritto
già in precedenza, prevedere circa ore 1.45 da Sort Inf. sino al
termine della poderale/
ponte4 e ulteriori ore 1.30 sino a Tollegnaz per un totale di ore 4.30 dal Biv. Cravetto e ore 4.00 dal Colle di Chasten).
VARIANTE PER ALPE BRENGA SOLEIL (sent. 2A)
Una veloce variante alla salita a Merendiù Superiore dal sent.
2A si ha svoltando a destra al bivio segnalato da un cartello in legno
posto alla base del prato dell'Alpe Suoveni. Questo sentiero, senza
numerazione, conduce in circa 20-25 minuti all'Alpe Brenga Soleil (mt.
1650) ristrutturata nel 2010 (della seconda baita restano solo parte
dei mutri perimetrali) che si trova appartata su un prato posto a
metà salita di un valloncello laterale. Il percorso nella zona
del bivio è inizialmente poco evidente, poi diventa un bel
sentierino nel bosco (mantenuto pulito dai proprietari dell'alpeggio
che lo abitano nella stagione estiva) che, con alcuni saliscendi ed un
paio di tornanti raggiunge l'alpeggio offrendo una bella veduta verso
la zona di Tseuc e Suoveni. Dall'alpeggio la vista verso valle è
un po' chiusa mentre sono visibili il Gran Combin ed il M. Zerbion. Il
sentiero dovrebbe proseguire ancora, ripido nel bosco, sino alla
piccola Alpe Molinet situata a mt. 1860 circa. Tale percorso è
purtroppo ben poco visibile ad andrebbe ritracciato.
Un itinerario consigliato ad inizio stagione (una specie di anello
nella parte bassa del vallone") può essere la salita sino a fine
sterrata, prosecuzione sino al bivio per Alpe Brenga Soleil, discesa
per lo stesso sentiero sino al bivio, salita alle sovrastanti baite
dell'Alpe Suoveni, collegamento con il sentiero 2 dal ponte scendendo
oltre le case verso il torrente (in direzione del colle ma è
segnalato ed evidente) e discesa per il sent. 2 a Tseuc e Grun, e
ritorno alla fine sterrata, da qua poi si scende a valle lungo la
sterrata o per i tratti del sent. 2 già menzionati in questa
pagina. In alternativa si può salire anche sino a Pra Baluard
per il sent. 2.
NOTA:: il ponte in legno sul torrente di Chasten che consente il
collegamento fra sent. 2 e sent. 2A presso Alpe Suoveni viene smontato
a fine estate e rimontato all'inizio di quella successiva dai
propietari degli alpeggi, onde evitare che venga distrutto dalle
valanghe. Nel caso che il ponte non sia presente occorre rinunciare a
completare l'anello e scendere secondo il percorso di salita.
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