Salendo nel Vallone delle Cime Bianche (29 agosto 2008)
Ultimo aggiornamento della pagina: 13-09-2010 dopo una escursione al Bivacco Mariano.
Partenza: Ayas - Loc. Saint Jacques (mt. 1689)
Difficoltà: E
Periodo consigliato: giugno/settembre
Segnavia: 6 - TMR (Tour du Mont Rose), ometti soprattutto nel
tratto verso il Gran Lago, annoto anche un paio di bandierine
rosso-bianco-rosso con il numero 42 ormai poco leggibile (numerazione
vecchia)
Dislivello: mt. 1293
Tempi percorrenza: salita ore 4.15, discesa ore 3.10
Acqua: partenza (fontana piazzale chiesa), Fiery (fontanella fianco ingresso bar), per il resto del percorso
nel vallone sono presenti molti torrenti e ruscelli (attenzione alla
presenza di animali al pascolo anche a quote abbastanza elevate)
Note: escursione panoramica verso il M. Cervino (dal colle) e verso la
Gobba di Rollin, in ambiente per ora ancora integro tranne nella parte
terminale in ambiente rimaneggiato per scopi sciistico-turistici, i cui
lavori attualmente (estate 2008) proseguono senza sosta.
Precauzioni particolari: alcuni tratti ripidi e su terreno friabile
specie nella seconda metà del percorso. L'escursione comunque,
per dislivello complessivo e lunghezza, richiede un buon allenamento.
Equipaggiamento particolare: bastoncini da trekking o da nordic walking, scarpe da trekking, portarsi acqua
Tracciato GPS:
tracciato 29. In
corsivo nel testo i riferimenti ai waypoint del tracciato GPS.
Immagine tracciato GPS:
parte 1,
parte 2
Mappa Open Street Map:
OSM Mapnik
PREMESSA
Il vallone delle Cime Bianche (dal nome di alcuni caratteristici
torrioni/vette di origine calcarea simile alle rocce dolomitiche, nella
parte sommitale) è un dei due valloni in cui si divide la Valle
d'Ayas al di sopra di Saint Jacques (l'altro è il vallone di
Verra, si vedano le escursioni
EA02 - Lago Blu e
EA05 - Rifugio Mezzalama), già interessato in questa seda dal tracciato dell'escursione
EA07 - Bivacco Città di Mariano
della quale percorreremo la parte iniziale. E' un percorso anche di
interesse storico in quanto il sentiero ancor oggi esistente costituiva
la antica via della Kramerthal, ovvero la via dei mercanti che nel
periodo medioevale, portavano le merci a dorso di mulo, dalla pianura
padana al Vallese e viceversa attraverso il colle della Bettaforca (verso
Gressoney) ed appunto il Colle delle Cime Bianche ed il successivo
valico del Mont Servin, l'odierno Colle del Teodulo (allora libero dai
ghiacciai), verso Zermatt. Inserito attualmente nel percorso del Tour
Du Monte Rose (TMR) il sentiero è spesso percorso da gruppi di
escursionisti anche stranieri, che è facile incontrare
provenienti perlopiù da Zermatt e diretti verso
Resy.
Purtroppo però l'ambiente nella parte alta del vallone
è stato profondamente alterato da lavori di costruzione di piste
ed impianti sciistici, come lo è già sul versante di
Cervinia (vedasi l'escursione
EVA05 - Lac du Tramail, Lago delle Cime Bianche
che interessa parte del versante sotto il Colle Superiore dalla parte opposta
di quello ayassino), che sono ripresi dall'estate 2007 nella parte fra
il Colle Inferiore ed il Colle Superiore, onde ampliare il comprensorio
sciistico con nuove piste ed impianti di risalita. Nella parte
inferiore del vallone invece, almeno sino a quando le piste non si estenderanno
ulteriormente, troviamo ancora ampie zone di pascolo
ed antichi alpeggi, in gran parte risalenti ancora all'epoca della
Kramerthal, di cui costituivano punti tappa e luoghi di ricovero per i
viaggiatori.
Notare che il Vallone delle Cime Bianche in realtà è
diviso in senso longitudinale da due "alvei" paralleli scavati dalle
acque, quello più a sinistra (ovvero a ovest, dx orografica)
più profondo, percorso dal sentiero 5a e dal torrente Curtod che
si fonde con il torrente Evanbcon poco sopra Saint Jacques, e quello di
destra, percorso dal sentiero 6 ed altri, che si presenta come una
serie di avvallamenti e terrazzamenti, attraversati da ruscelletti
minori che scorrono paralleli, ove si sviluppa il nostro itinerario.
Solo nella parte terminale del vallone i due tracciati si riuniscono.
Il vallone di sinistra (dx orografica) è più profondo, ai
piedi delle ripide e scoscese rocce che fanno base alla Roisette ed al
Grand Tournalin, ed il sentiero 5a che lo risale attualmente
(2010) non è molto tracciato (tranne la parte iniziale sino
all'Alpe Curtod ed il tratto in comune con il sent. 8e) nè
battuto per cui va affrontato eventualmente con attenzione. Stante il
dislivello fra il fondo del vallone (torrente Curtod) ed il tracciato
qua presentato, i sentieri 5a e 6 sono collegati solo a valle (dal
sent. 8e) e nella parte alta (sent. 6a-6b per il Colle Inf. delle Cime
Bianche), non sono possibili collegamenti nella zona intermedia.
L'escursione non presenta particolari difficoltà, come si
è detto, ma richiede un certo allenamento, in quanto il
tracciato è molto lungo (andata e ritorno sono circa 16-17 km) e
perché alterna lunghi tratti pressoché pianeggianti o in
falsopiano ad altri di ripide salite.
Il Vallone delle Cime Bianche è stato inserito nel censimento "I
luoghi del cuore" del Fondo Ambiente Italiano alla pagina
http://iluoghidelcuore.it/luoghi/aosta/ayas/vallone-di-cime-bianche/80305. Potete votarlo da questa pagina (nota: è possibile votare anche per più luoghi diversi)
ITINERARIO (Sent. 6, tracciato GPS n° 29)
L'itinerario nella parte iniziale e comune con quello dell'escursione
EA07 - Bivacco Città di Mariano della quale si riporta fedelmente la descrizione (nel tracciato GPS, sino a
bivio4, si sono utilizzati gli stessi nomi dei waypoint).
Si parte da S. Jacques, come per l'escursione al
Lago Blu ed al
Rif. Mezzalama
con le quali si ha il primo tratto di percorso comune (fino al bivio
sottostante le case di Fiery), ovvero salendo, dalla Place de la
Grotte, lungo la strada del paese sino ove termina ed inizia la
poderale per il Pian di Verra (si trascura il primo ponte verso sx,
quello per il Vallone del Tournalin, ovvero quello dove c'è
l'edicola votiva in mezzo allo svincolo). Pochi metri più avanti
si valica il torrente Evancon su di un ponte (
ponte1 nei tracciato gps 09, non presente nel tracciato 29),
si trascura a sx la deviazione per la borgata Blanchard e si sale
seguendo il torrente su di un sentiero rifatto nell'estate 2006 fino ad
un secondo ponte in legno, ricostruito nel luglio 2007
(ponte2),
dove si valica il torrente proveniente dalla Valle di Tzere che
raccoglie le acque di uno minore parallelo ad esso e proveniente dal
vallone delle Cime Bianche poco sopra Fiery. Il sentiero, ripristinato
per un lungo tratto nel 2007, si sposta sulla destra e
dopo una curva punta decisamente verso il bosco presentandosi come una
lunga serie di gradonate in pietra che terminano inoltrandosi nel bosco
di larici. Si arriva in breve ad un bivio ben segnalato (segnali
gialli su palina) dove dobbiamo svoltare a sx (
bivio1),
per raggiungere in breve le case di Fiery (mt. 1875, ore 0.25 dalla
partenza), antico e piccolo agglomerato fra cui spicca un albergo
ottocentesco e la cappella (nella cui costruzione antistante di cui
costituiva una dipendenza ora ha sede un piccolo bar).
Fra la cappella e l'albergo un passaggio (numerazione 6 su un muretto,
rifatta di recente) ci porta dietro le case dove ricompare il sentiero
(targa che ricorda il Beato Pier Giorgio Frassati), che si sposta quasi
pianeggiante verso sx sino a valicare su di un ponte in legno il
torrente che scende dalla valletta di Tzere (
ponte3).
Il tracciato prende a salire fra i larici, con alcuni
tornanti, mentre il bosco si fa più rado, sino a piegare
decisamente verso sinistra a risalire un piccolo avvallamento. Sono
sempre evidenti i numeri 6 in nero su tondo giallo con frecce gialle,
ridipinti di recente. Poco più sopra, in un tratto pianeggiante,
oltrepassata una staccionata, si fiancheggia un ruscello e
si incontra una biforcazione, un tempo
indicata come bivio TMR (
bivio2) ma ora poco evidente.
Ora la scritta TMR (nero su rombo giallo) è stata cancellata e
compare su di un sasso il numero 6 con attorno tre frecce gialle,
indicanti S. Jacques (ovvero da dove proveniamo), la prosecuzione
(dinanzi a noi) per le Cime Bianche e un sentiero che si sposta verso
destra, a valicare il ruscello. Questo è un'altro dei vari
sentieri che portano all'Alpe Ceucca e si ricollegheranno
al percorso per il Biv. Mariano più avanti. Il rombo giallo
con scritto TMR
è comunque presente su di un masso poco prima del bivio stesso.
Poco più avanti (già visibile dal
bivio2) troviamo un altro bivio (
bivio 3,
ore 0.30 da Fiery, 0.55 dalla partenza) segnato da una palina con
i cartelli marrone e rosso bruciato della Via della
Kramethal (nel 2010 questo cartello però era stato
rimosso). Notare che questi cartelli non riportano la numerazione nera
su tondo giallo, presente però su alcuni sassi, ma la
numerazione delle tappe che può essere ritrovata sulle cartine
dell'opuscolo "Il grande sentiero walser" in distribuzione all'ufficio
informazioni turistiche di Ayas-Champoluc (si vede la
bibliografia e cartografia).
Il sentiero 8E a sx scende verso
il torrente ed il canale Curtod, il 6 prosegue a dx valicando il
ruscello. Seguiamo quindi quest'ultimo che esce dal limite del bosco e
prende ad alzarsi più deciso, svolta verso destra e raggiunge un
altro bivio che collega al sent. 8E per Alpe Cucaz (si ricollega a
quello che saliva dal bivio2. Nel tracciato GPS n° 61 il
bivio 2 è indicato come bivio2a mentre questo bivio viene
indicato come bivio2b) raggiungendo alcuni ruderi di baite
(
rudere, riferito a quelli
più in alto, che andiamo a sfiorare col sentiero) e poi a toccare la baita (integra nel 2008 e diroccata nel 2010)
dell'Alpe Ventina (
Avent, mt. 2176, ore 0.15 dal
bivio3, 1.10 dalla partenza dalla partenza). Dopo un paio di tornanti si arriva in un punto che
io considero sempre luogo di una breve sosta in quanto panoramico sulla
valle e soprattutto sul vicino Grand Tournalin (
panoramico nel tracciato GPS n° 61).
Siamo all'inizio di un lungo falsopiano che termina in corrispondenza
dell'alpeggio di Mase, che dovremo percorrere per intero. E ci troviamo
anche sul versante sx di quella che avevo definito come una grossa e
lunga collina che separa la Valletta di Tzere (alla nostra dx guardando
la via da percorrere ma non visibile, poiché siamo più
bassi della sommità della collina stessa) dalla valle del
torrente Curtoud. Si sale con moderata pendenza verso un grosso masso
riportante la scritta bianca "Biv. Citta di Mariano", scritta che non
individua però la deviazione (di recente è stato
aggiunto, in rosso e quindi meno visibile, "seguire il sentiero"
accompagnato dal 6 nero su tondo giallo). Da questa posizione compare
comunque visibile per la prima volta, evidente nella sua colorazione
gialla, il bivacco, sulle rocce al di sotto del ghiacciaio di
Ventina e alla destra del verde Palon di Tzere, che si presenta come
una collina doppia . Seguiamo quindi il sentiero fino ad una seconda
palina con i segnali della via della Kramethal, e diverse frecce e
numeri su fondogiallo su sassi (
bivio 4, ore 0.30 da Alpe Ventina, 1.40 totali
).
A destra avremo il 6C e la scritta TMR, diritto (verso le Cime Bianche
visibili in lontananza e riconoscibili per la roccia calcarea che le fa
assomigliare un poco alle Dolomiti), restano il sentiero 6 con le sue
diramazioni 6A-6B.
Si prosegue diritto, nella stessa direzione, lasciando sulla destra
poco dopo i ruderi dell'Alpe Varda, seminascosti dalle gobbe del
terreno (ben visibili salendo invece verso il Biv. Mariano, waypoint
Avarda, mt.. 2337, a 0.10 dal
bivio4,
1.50 totali), individuati anche da un ometto. Il sentiero prosegue in
falsopiano alternano tratti pianeggianti a tratti di modesta pendenza,
adatti anche al nordic walking. Si segue il corso di un ruscello, sino ad
entrare in una zona di vallette verdi ed umide successive, percorse da
alcuni corsi d'acqua cristallina (ricordiamo sempre che è una
zona dove pascola bestiame), sino ad incontrare una strettoia fra due
gobbe erose dove spicca un segnale su palina (
segnalek,
mt. 2377, ore 0.15 dall'Alpe Varda, ore 2.05 totali). E' un segnale
della Kramethal, di colore rosso bruno, che non riporta i tempi di
percorrenza ma il fatto che vi sia posto superiormente a detti cartelli
per altri segnali, fa pensare che dovevano essere presenti anche i
cartelli gialli escursionistici (questi, nell'estate 2008, sono
mancanti). Dianazi a noi la conca dell'
Alpe Mase, uno dei più
pittoreschi del vallone ed anche l'ultimo che incontriamo. Si superano
un paio di torrenti e si giunge alle case, in parte diroccate.
caratteristica la baita intonacata. Alla sinistra una cascata
proveniente dalla perte superiore del vallone, che poi risaliremo
(
Amase, mt. 2387, ore 0.10 dal
segnalek, ore 2.15 totali).
Il sentiero prende a salire ripido oltre le case, spostandosi sulla
sinistra. Mentre saliamo lo sguardo spazia sulla conca in cui sorge
l'alpeggio che, dall'altro lato, con pascoli e pietraie nasconde una
traccia per il Bivacco Mariano, che appare in alto, alla sinistra del
Palon di Tzere. Si sale a tornanti, sino ad avvicinarsi al ruscello che
formava la cascatella, e a valicarlo (
torrente1,
mt. 2502, ore 0.15 da Alpe Mase, 2.30 totali). Siamo di nuovo in una
situazione di falsopiano, che a poco a poco si trasformerà in un
pianoro vero e proprio, quello che io nella Galleria Fotografica ho
indicato come "
secondo pianoro", in quanto il primo è quello
dell'Alpe Mase stessa, mentre un terzo è costituito dalla parte
terminale del vallone dove si trova il gran Lago, prima dell'ultima
ripida salita. Ci troviamo ad avvicinarci ai torrenti che scendono dal
Ghaicciaio di Ventina che fa da sfondo, supereremo il torrente due
volte, la prima su una striscia di massi sistemati per il guado (
torrente2, mt. 2541, ore 0.20 da torrente1, ore 2.50 totali), la seconda (ma di minore portata) in
torrente3, a 5 minuti dal
torrente2,
un affluente che scende invece dalla parte alta del vallone, oltre il
quale ha inizio una ripida salita su terreno rossastro e friabile
(attenzione in discesa), il cui tracciato originale che compie tornanti
è stato tagliato da solchi che scendono invece per la massima
pendenza, scavati anche dalle pioggie.
In ogni caso al termine della salita ci si trova in un'altra valletta,
molto più pietrosa (la vegetazione è sempre più
bassa con l'aumentare della quota, mentre verso il colle il terreno
sarà morenico e molto spoglio), in sfondo la quale spiccano
sempre la Grand Sommettaz e le Cime Bianche sempre più vicine
(finesalita, mt. 2652, ore 0.20 dal
torrente3,
ore 3.15 totali). A poco a poco si esce dalla valletta e ci si comincia
a spostare verso destra in direzione della Gobba di Rollin e del Colle
(appaiono dei piloni di funivia degli impianti che dal Colle Superiore
vanno verso il Plateau Rosa). Il terreno ora è più
brullo, l'erba appare sempre più ridotta e compaiono sempre
più rocce di colore scuro, erose dalle nevi. Il torrente resta
alla nostra sinistra, a circa 0.15 dalla finesalita individuiamo un
ometto nel greto del torrente (a fine estate comunque fuori dall'acqua)
e le indicazioni ridipinte da poco 6a/6b (
bivio5, mt. 2723, ore 0.15 dalla
finesalita,
ore 3.30 totali). Questo sentiero, ritracciato da poco, porta verso il
Lago Perso ed il Colle Inferiore delle Cime Bianche che in questo
percorso vedremo poi da lontano. Annoto nei miei waypoint anche
una traccia di sentiero a sinistra, poco prima del
bivio5, che si
ricollega allo stesso percorso (
traccia-sx).
Il nostro percorso prosegue invece sulla destra, senza valicare il
torrente (numerazione 6-TMR). Poco dopo l'ometto si attraversa un
piccolo avvallamento di rocce spianate e scurite dove è spesso
possibile trovare un piccolo accumolo di neve a inizio stagione, non nelle estati
attuali, oltre il quale si sale sulla sinistra su terreno morenico e
qualche gradino ricavato su massi (
neve). Poco oltre un altro ometto ben visibile, in quanto la sommità è stata tinteggiata di giallo (
om-gial, mt. 2765, ore 0.05 da
bivio5,
ore 3.35 totali). Ci muoviamo in un ambiente molto aperto, con pendenza
molto labili e ci si sposta abbastanza velocemente. Questo sino alla
conca del Gran Lago (
Granlg,
mt. 2802, ore 0.15 dall'ometto giallo, ore 3.50 totali). Si traversa
l'emissario di quello che appare come un modesto laghetto, ma basta
proseguire un poco oltre, dove inizia la salita finale, ripida e che
richiede un poco di attenzione per il terreno friabile e un paio di
tratti esposti nel finale (ma molto panoramici sul lago sottostante),
per accorgersi che il laghetto visibile dal basso, nasconde dietro un
rialzo del terreno, un secondo lago intramorenico che si rivela essere
uno dei più belli della valle. A mano a mano che si sale si
hanno continui cambi di prospettiva su tutto l'anfiteatro e lo sguardo
spazia sul sentiero di salita e sulle lontane Roisetta, Grand Tournalin
ed ovviamente Cime Bianche, anche se quest'ultime sono un po' nascoste.
Il sentiero si tiene lontano dal Gran Lago, per alzarsi di quota con
diversi tornanti e solo succesivamente spostarsi in direzione del
colle, dando così origine ad un percorso panoramico di effetto.
Vero la sommità, in un punto a sella, sulla sinistra compaiono
le
Cime Bianche ed il Colle Inferiore, mentre nell'ultimo tratto (il
più esposto) da un lato avremo il Gran Lago seminascosto dalle
rocce aggettanti e in alto il Lac de La Point de Rollin, che si scopre,
non visibile dal basso, e dinanzi a noi (condizioni meteo favorevoli)
compare finalmente il M. Cervino.
Il Colle Superiore si presenta come una ampia spianata in cui
attualmente (estate 2008) sono in corso lavori di costruzione di
impianti di risalita, piste e strade poderali. Il limite raggiunto dal
sottoscritto è quello corrispondente al waypoint Stop (mt. 2992,
ore 0.25 dal Gran Lago, ore 4.15 da Saint Jacques), ovvero un vistoso
cartello con la scritta "limite di sicurezza sparo mine" che nella
galleria fotografica ho ritenuto meglio non riportare (lo stesso
cantiere in realtà nelle immagini si intravede appena
poichè nascosto dalle gobbe del terreno). L'ambiente è
pressoché "lunare" in quanto trattasi di terreno morenico e
roccioso, pochissima vegetazione. Non potendo andare oltre (dall'altro
lato un ometto in pietra annuncia l'inizio della discesa con panorama
sulla conca di Cervinia e sul Lago Goillet), ho raggiunto un ometto
dalla parte ayassina, poco distante sulla sinistra del sentiero, dal
quale si ha una certa veduta anche sul vallone, corrispondente
al waypoint
ometto-col (mt.
3001), punto finale del mio percorso, dal quale sono state scattate
diverse fotografie, tra cui la panoramica a 360° qua inserita.
RIENTRO
Stessa via in circa ore 3.10. In alternativa, dal
bivio4,
è possibile la discesa dalla Valletta di Tzere oppure per il
sentiero 8E (a valle del bivio3), prolungando ulteriormente il percorso
(si veda l'escursione
EA07 - Bivacco Città di Mariano).
N.B.:questo sito non utilizza cookies in nessun modo, per maggiori informazioni vedere la pagina Informativa cookies
*
Attenzione: questa pagina fa parte del sito www.msmountain.it.
Se stai leggendo questa pagina, o parte del suo contenuto, in un altro
sito, o se trovi la stessa pagina priva di questa dicitura, si tratta
di una riproduzione non autorizzata il cui contenuto può anche
differire dalla pagina originale. Eventualmente puoi segnalare la
pagina sospetta al webmaster
- (c) 2015 - www.msmountain.it - Tutti i diritti riservati, nessun
contenuto di questa pagina può essere riprodotto senza autorizzazione. Per informazioni sul copyright vedi Nota del webmaster.