Il Lac des Heures scendendo dalla Punta Medzove, sullo sfondo il M. Rosa.
(20 settembre 2010)
Ultimo aggiornamento della pagina: 23-09-2010
Partenza: Champdepraz - parcheggio Loc. La Veulla (mt. 1301),
oppure nuovo parcheggio a Blanchet (mt. 1216), oppure Rifugio Barbustel
(mt. 2200)
Difficoltà: E+
Periodo consigliato: giugno/settembre
Dislivello: mt. 899 da La Veulla al Rif. Barbustel (mt. 984 dal
parcheggio di Blanchet), mt. 285 dal rifugio al Gran Lago, mt. 360 da
Gran Lago a Punta Medzove (mt. 645 dal rifugio alla Punta Medzove), mt.
250 in discesa dalla punta al Lago Gelato, mt. 1294 dal Lago Gelato a
La Veulla (mt. 1379 dal Lago Gelato al parcheggio di Blanchet).
Complessivamente mt. 1544 di salita (ed altrettanti di discesa) da La
Veulla alla Punta Medzove (mt. 1629 dal parcheggio di Blanchet alla
Punta Medzove).
Segnavia: 5C-6-102
Tempi percorrenza: da La Veulla al Rif. Barbustel ore 3.30, da Rif.
Barbustel a Punta Medzove ore 3.10, da Punta Medzove a Lac Gelé
ore 0.50 (in discesa), da Lac Gelé a La Veulla ore 6.50.
Prevedere circa 10-15 minuti dal nuovo parcheggio di Blanchet a La
Veulla.
Acqua: fonte a La Veulla, Alpe Serva Desot, Rif. Barbustel, casotto al Gran Lago, casotto al Lago Gelato
Note: consigliata la salita nel mese di fine maggio-giugno per vedere il
Lago Gelato davvero gelato. Possibilità di avvistare camosci o
stambecchi.
Precauzioni particolari: tratti friabili lungo la salita alla
Punta Medzove ed in cresta (esposta), tratti di sentiero su pietraia
sino al Lac Gelé e tratti di sentiero su pietraia in parte
smossa immediatamente a valle del Lac Gelé.
Equipaggiamento particolare: scarponi da trekking medio-impegnativo
(tratti di sentiero sassoso), bastoncini da trekking o nordic walking
Tracciato GPS:
tracciato 62 (anello La Veulla - Lago Serva - Rif. Barbustel - Gran Lago - Lago Gelato) . In
corsivo nel testo i riferimenti ai waypoint del tracciato GPS.
Immagine tracciato GPS:
tracciato 62 parte 1,
tracciato 62 parte 2
Mappa Open Street Map:
OSM Mapnik
PREMESSA
Il percorso qua riportato è una delle possibili combinazioni di
tracciati all'interno del Parco del Mont Avic, percorribili anche
durante escursioni giornaliere. L'anello che collega il Lac Gelé
(Lago Gelato) al Gran Lago e fa tappa al Rifugio Barbustel è
forse l'escursione più bella del parco. La soluzione proposta in
questo itinerario è in alternativa a quella dell'escursione
E09
(in senso opposto con discesa dal Lac Leser) ed è forse quella
che permette di attraversare gli ambienti più vari in un'unica
giornata. Ovviamente vista la complessità dei percorsi
all'interno del parco non esiste un unico modo di percorrerli e ciascuno
potrà utilizzare le informazioni di itinerari diversi
combinandoli come meglio crede. data la necessità di riordinare
le escursioni proposte sinora, nel sett. 2010 si è scelto di
eliminare mano a mano quelle che sono già state completamente
ricomprese all'interno di percorsi più lunghi (come si è
fatto nel resto del sito), integrando eventualmente le relative
gallerie fotografiche, ed aggiungendone nuove o varianti di
combinazioni di quelle esistenti come si è fatto con la presente
escursione.
Il Lac Gelé (o Lago Gelato)
prende il suo nome dal fatto che data la posizione in una conca
morenica e l'altitudine può presentare ghiaccio in superficie
anche in estate. Ha
comunque un colore caratteristico (dovuto appunto alle rocce del fondo,
analogamente al Lago Blu della Val d'Ayas o ai laghi presso il colle
delle Cime Bianche) ed un aspetto quasi lunare. La zona è anche
nota per le miniere risalenti al secolo scorso per le quali era stata
costruita la strada che oggi costituisce il percorso di accesso. I
cunicoli sono tutti aperti ed è SCONSIGLI ABILISSIMO inoltrarvisi
(molti non sanno che spesso la tecnica di scavo prevedeva 2 cunicoli,
uno inferiore ed uno superiore nel quale si aprivano pozzi
verticali per il collegamento fra i due e sono proprio questi che
aspettano voraci l'incauto visitatore che osa avventurarvisi. Le
miniere di Bechaz in Valle d'Ayas sono già state oggetto di
diversi incidenti, anche mortali, negli ultimi anni che dovrebbero fare
riflettere).
Il percorso totale è lungo circa 26 km e richiede un discreto
allenamento. La tempistica è di circa ore 3.40 di salita il primo
giorno (da La Veulla al Rif. Barbustel) e 7 ore fra salita e discesa il
secondo giorno (dal rifugio a La Veulla passando per Gran Lago, Punta
Medzove e Lac Gelé).Ovviamente è possibile arrivare al Rifugio
Barbustel anche con partenza da Champorcher (vedi escursione
E06)
oppure con salita da La Veulla dal sentiero del Lac Leser (vedi
escursione
E02).
Si vedano anche in merito la
scheda del Rifugio Barbustel e relativa
galleria fotografica.
ITINERARIO PRIMO GIORNO (v. anche escursione
E02, sent. 5C, tracciato GPS n° 62)
Come già specificato nella
pagina introduttiva,
dal 2010 è vietato l'accesso al parcheggio di La Veulla se non
residenti o per carico/scarico, per cui occorre partire dal nuovo
parcheggio (
park-big) situato in Loc. Blanchet, tornando sula strada di accesso verso il tornante prima di Barbustel (
biviostra1), per svoltare a sinistra (
biviostra2)
prima di iniziare a scendere verso esso, su una strada asfaltata prima
e lastricata in pietra fra muretti dopo, sino a fuoriuscire poco a
valle del centro visitatori di Covarey (
Covare) e, lungo la comunale, sino al parcheggio di La Veulla (
Laveul). Per questo tratto prevedere circa 10-15 minuti dal nuovo parcheggio di Blanchet (non computati nei tempi qua riportati).
Dal parcheggio di La Veulla (potete approvvigionarvi di acqua alla
fontana che si trova andando verso le case, tralasciando quella
piccola nel parcheggio) si segue la poderale lastricata prima e
sterrata dopo, si oltrepassa un ponte (
ponte1) e si prosegue sino ad un primo bivio che a destra porta verso Pra Orsie, M. Barbeston e Col Varotta (
bivio1, ore 0.10 da La Veulla). Noi proseguiamo diritti per il sentiero
5C (ovvero la strada interpoderale percorsa anche dai mezzi
della forestale) oltrepassando un secondo ponte (
ponte2) e giungendo a Magazzino (
Magazz, ore 0.20 da bivio1, ore 0.30 da La Veulla) . E' questo il nome di una
località dove vi erano depositi costruiti all'epoca delle
miniere (vi sono dei ruderi un po' nascosti sotto gli alberi) dove vi
sono altre diramazioni del sentiero (n° 6 per il Lago Gelato e n° 5 per l'alpeggio di
Pra Orsie). Si prosegue sempre lungo la sterrata, oltrepassando altri due ponti (
ponte3 e
ponte4) arrivando all'Alpe Serva Desot (
Aserv, ore 0.20 da Magazzino, ore 0.50 da La Veulla), i cui fabbricati
sono ristrutturati ed utilizzati dal Corpo Forestale (fontana).
Visibile l'alpeggio di Pra Orsie e la zona del Monte Barbeston. La
strada sterrata termina e si prosegue su sentiero sulla destra (segnale su palina) che sale
leggermente più ripido in zona di bosco formato da larici, pino
uncinato e rododendri.
Poco dopo l'alpeggio si incontra una prima deviazione (
bivio 2a, appena dietro le case, poco visibile) ed una seconda deviazione (
bivio2b, poco sopra, non segnalata ma dovrebbe essere il sent. 5b che porta
ai ruderi del vecchio altoforno utilizzato ai tempi delle miniere), che porta
nella stessa direzione (ma io non l'ho mai percorsa). Proseguendo incontriamo un piccolo spiazzo (
carbone, ore 0.15 da Serva Desot, ore 1.05 da La Veulla). Poco più avanti un gruppo di rocce "montonate e striate" (
roccemonto), poi si sale in modo più ripido sino ad uno slargo dove si attraversa una
pietraia
a mezzacosta (ore 0.20 dalle rocce montonate, ore 1.25 da La Veulla).
Si sale ancora nel bosco rado, con pendenza abbastanza moderata,
puntando decisamente verso il lago, sino ad un tratto pianeggiante ove
gli alberi si diradano e si intravedono delle pareti rocciose sulla
destra. Poco dopo si arriva al Lago della serva o Lac Servaz (
Lgserv,
ore 0.20 dalla pietraia, ore 1.45 da La Veulla), posto in un'ampia
conca nel bosco di pino uncinato e famoso anche per le sue fioriture di
ranuncolo acquatico.
Aggirato il lago e superati alcuni ponticelli , il sentiero prende a
salire e raggiunge l'Alpe Serva Damon i cui ruderi sono un poco
defilati rispetto al percorso, passa accanto ad un altro gruppo di
rocce montonate e sale nel bosco molto rado di pino uncinato. La vista
si allarga sempre più sul lago sottostante, troviamo mano a mano
che saliamo diversi punti da cui affacciarsi sulla valle (
ultimopano è l'ultimo ed il più panoramico a 0.35 dal Lago della Serva e 2.20 da La Veulla). E' il tratto
più faticoso al termine del quale ci si trova su un tratto piano, breve (
piano1) e poi un altro più marcato (
piano2,
ore 0.15 dall'ultimo punto panoramico, 2.35 da La Veulla) segnato da un
ometto ed un piccolo steccato (salendo sulla sinistra brevemente oltre
gli alberi ci si può nuovamente affacciare sulla valle). Da
questo punto si sale su falsopiano fra zone umide e ci si abbassa
leggermente a superare il torrente Chalamy su un ponte ricostruito
di recente (
ponte5, ore 0.10
da piano2, ore 2.45 totali) e poco più avanti, dopo una svolta a
sinistra, si traversa un ruscello su un ponte ancora in costruzione a
settembre 2010 (
ponte6, ore 0.05 dal
ponte5, ore 2.50 totali). Il sentiero
(sempre n° 5C) sale ancora fino ad
arrivare all'Alpe Coucy (o Alpe Cousse a seconda delle carte,
Acoucy, ore 0.10 dal
ponte6, ore 3.00 totali) che
appare alla vista in una specie di sella.
In realtà si trova su un vasto pianoro, che bisogna percorrere
per trovare sulla destra il sentiero che riprende a salire (proseguendo
diritto invece si imbocca in
bivio3
la variante 5A che si collega
col sentiero 5 che percorreremo in discesa). L'ultimo tratto
è una successione di salite e tratti quasi piani, tra rocce
levigate e larici radi, sino ad arrivare sul retro del Rifugio
Barbustel che appare all'ultimo istante preannunciato dalla vicina
baita del lago Bianco che appare un attimo prima benché
più lontana (ore 0.30 dall'Alpe Coucy, ore 3.30 totali da
La Veulla).
ITINERARIO SECONDO GIORNO (v. anche escursione
E09, in senso contrario a quello qua presentato, sent. 5C-102-6, tracciato GPS n° 62)
Dal rifugio Barbustel lungo il sentiero che parte dinanzi lo
stesso (a destra della fontanella sotto il larici) si scende verso il Lago bianco
ed il Lago Nero. In circa 5 minuti si raggiunge il ponticello in legno (
ponte7) scavalcando il breve tratto di torrente che collega gli stessi,
dopodiché si sale sulla cresta fra i laghetti summenzionati con
begli affacci sugi laghi in un bosco di larici. Poco più
avanti il sentiero diviene sassoso a mezzacosta e si innalza lasciando
intravedere sulla sinistra il successivo Lago Cornuto in un'ampia conca
(per raggiungere lo stesso è consigliabile partire dal basso e costeggiare sulle
rive il Lago Nero poiché dal sentiero occorrerebbe ridiscendere
una ripida e pericolosa pietraia). Il sentiero sale a mezzacosta in
un bosco di larici, avvicinandosi al torrente che si sfiora in un
piccolo avvallamento (
gola1, ore 0.25 dal
ponte7, ore 0.30 dal rifugio), poi ci si innalza e si raggiunge un altro ponticello su un torrentelllo affluente (
ponte8, ore 0.05 dalla
gola1, ore 0.35 totali). Superato il
ponte8 ci si sposta a sinistra, risalendo alcuni tornanti (affaccio sulla valle sinora percorsa) sino a raggiungere un pianoro
(piano3, ore 0.05 dal
ponte8,
ore 0.40 totali dal rifugio). Ormai fuori dal bosco si prosegue su
falsopiano in un'ampio avvallamento e, dopo una curca a sinistra, si
raggiungono i ruderi dell'Alpe Pesonet tra grossi affioramenti di rocce
levigate (
Apesonet, ore 0.20 da
piano3, ore 1.00 dal rifugio).
Si scende leggermente in una spianata umida a superare un ponticello
(
ponte9) e poco più avanti, dopo una breve salita, un ponte
più grande di due campate in legno, sul Torrente Chalamy (
ponte10,
ore 0.05 dall'Alpe Pesonet, ore 1.05 dal rifugio), annunciato dal
rumore dello stesso sulla gola ripida sulla destra. Ha inizio da qua il
tratto più ripido verso il Gran Lago, su sentiero pietroso,
abbastanza stabilizzato (attenzione alle piccole pietre tondeggianti
che possono fare rotolare lo scarpone) che sale con vari tornanti
spostandosi sulla sinistra e poi deviando verso destra, con una visuale
sul vallone e sulle cime della Valle d'Ayas che si apre sempre di
più. Dopo un lungo tratto pressochè rettilineo si scende
in un piccolo avvallamento, dove si può trovare neve anche in
estate (
neve, ore 0.20 dal
ponte10, ore1.25 dal rifugio), poi una serie di alcuni tornanti ci
porta a vedere la diga in pietra che nasconde il Gran Lago e poi il
Gran Lago stesso (
Lggran, ore 0.10 dal "nevaio", ore 1.35 dal rifugio).
Si prosegue seguendo la riva del Gran Lago su sentiero pianeggiante che
solo nell'ultimo tratto verso una baita in lontananza,
diviene un poco più ripido. Una breve salita ci porta alla
baita, ovvero ad un bivacco ad uso del Corpo Forestale (
casotto1,
ore 0.20 dal punto di arrivo al Gran Lago, ore 1.55 totali dal
rifugio). Presso il bivacco é possibile approvvigionarsi di
acqua (troveremo acqua solo al successivo bivacco presso il Lac
Gelé). Poco dopo il bivacco un segnale su pilastrino indica a
sinistra la deviazione per il Colle Medzove (sent. 5c-102) mentre a
destra, ovvero nella stessa direzione che ha appena preso il sentiero,
prosegue il sentiero 6 per il Lac Gelè (segnale poco visibile
arrvivando, sul fianco sx del pilastrino). Proseguiamo quindi lungo il
sentiero 6 su falsopiano, con piccole salite, arrivando prima ad un
laghetto senza nome a quota 2546 (
Lg2546, ore 0.15 dal
casotto1, ore
2.10 dal rifugio), poi, dopo una breve salita, ad un pianoro umido (
piano4,
ore 0.10 dal laghetto, ore 2.20 dal rifugio). Un'altro tratto di salita
ci porta in fondo all'avvallamento, zona di pietraia e grossi massi (
iniziosali, ore 0.10 dal
piano4, ore 2.30 dal rifugio).
Una freccia gialla con numero 6 giallo su un grosso masso (presso il quale è stato
segnato il waypoint
iniziosali) ci indica la direzione. Il percorso
sale fra sassi e tratti inerbati, compiendo a metà salita un
"traverso" verso sinistra, molto ripido, su terreno pietroso e in parte
friabile, a volte poco visibile (fare attenzione a segni gialli ed
ometti ed ai tratti di terra, dove il sentiero appare più
evidente). Con alcuni tornanti si arriva così a fuoriuscire in
cresta (
cresta1, ore 0.30 da
iniziosali,
ore 3.00 dal rifugio), in corrispondenza di un grosso ometto, con
un'ampia vista sul percorso appena fatto, il vallone sino al Gran Lago
ed ai laghetti circostanti, il Mont Glacier e la Punta Tersiva, ed il
vallone retrostante costellato di rocce rossastre (al quale si
può salire dal pianoro dell'Alpe Pesonet ma è un percorso
ripido e totalmente privo di sentieri) ed, in lontananza, il Monte
Rosa. Seguiamo ora il sentiero lungo la cresta (terreno friabie)
individuato anche da una successione di ometti, sino a portarci su una
piccola cima da aggirare sul lato destro (attenzione: terreno friabile
e rocce frantumate, del tipo delle "lose" usate per i tetti, a scaglie,
esposto sulla destra) nel primo tratto e poi su quello sinistro. La
cresta richiede un po' di attenzione, assenza di vertigini, ma è
molto panoramica. Poco più avanti una seconda cima, leggermente
più alta e meno aspra, individua la Punta Medzove (
Pmedzov, ore 0.10 da
cresta1,
ore 3.10 dal rifugio). La punta è individuata solo da un
cartello metallico di "divieto di caccia" dei quali ne troviamo
parecchi sulle creste che delimitano il confine del parco.
Proseguiamo lungo la cresta che diviene una specie di gobba a "schiena
d'asino" in leggera discesa (abbiamo ormai raggiunto il punto
più alto dell'escursione) e si tiene sulla sinistra rispetto al
pianoro in cui appare il piccolo ed azzurro Lac Des Heures. Ci si
abbassa a superare un breve tratto di pietraia in cui le mani possono
essere di aiuto ed i bastoncini intralciare, poi un altro breve tratto
in cresta sino ad un grosso ometto che ne segna il termine (
cresta2,
ore 0.15 dalla Punta Medzove, ore 3.25 dal rifugio). Il sentiero scende
deciso verso il pianoro (friabile) e lo attraversa costeggiato da serie
di pietre messe in fila per evidenziarlo, sino ad un'ampia curva a
sinistra ove raggiunge un altro grosso ometto e ci si affaccia sul
vallone verso La Veulla e sul sottostante Lac Gelé (
piano5, ore 0.05 da
cresta2,
ore 3.30 dal rifugio). Si scende ora su un sentiero ben segnato su
terreno friabile (morenico) e sassoso sino a raggiungere la sponda sud
del lago, poi si svolta a destra (zona di accumulo di neve) e si aggira
il lago sul lato destro, sempre su sentiero sassoso, ben marcato e con
frecce gialle (in ogni caso può rivelarsi problematico seguirlo
in caso di nebbia, fare attenzione), ma
che richiede un poco di cautela, con alcuni saliscendi sino a sfiorare
l'acqua in una piccola spiaggetta, poi, aiutandosi anche con le
mani, una breve ma ripida salita ci riporta leggermente in alto e si
scende in un avvallamento fra il lago ed una zona risorgiva dell'acqua
dello stesso (
lggele, ore 0.30
da piano5, ore 0.50 da punta Medzove, ore 4.00 dal rifugio). Poco oltre
vi è un segnale su palina (abbattuto nel 2010) che segna
l'inizio del sentiero 6a per il vicino M. Iverta e individua il
percorso che dovremo fare per la discesa a La Veulla. Il casotto della
forestale (
casotto2) è
posto su un altura sovrastante il sentiero e si raggiunge in pochi
minuti (fontana, bella vista sul lago e sul M. Avic). Nella zona si
aprono alcuni cunicoli e vecchi scavi minerari nei quali è bene
non inoltrarsi.
Dal Lago Gelato il sentiero passa accanto vecchi accumuli di materiale
di scavo delle miniere e resti di muretti in pietra, poi inizia a
scendere ripido (nel 2010 ci sono stati alcuni piccoli smottameti delle
pietre sopra e costituenti il sentiero, fare attenzione). Con alcuni
tornanti (friabile) ci si abbassa velocemente sino ad un terrazzino
dinanzi ad un cunicolo minerario (
piano6),
poi ci si sposta verso sinistra in direzione del M. Avic e alla fine si
attraversa un pianoro sassoso (una grande conca dove il vecchio
sentiero delle miniere è stato costruito su dei muretti e si
erge come un nastro pietroso sulle rocce circostanti). Si prosegue
quasi in piano percorrendo un avvallamento sino al termine dello stesso
dove il paesaggio muta da quello "lunare" ad uno più addolcito
dalla presenza di erba, in lontananza, dei primi alberi (pino
uncinato). Questo punto segna l'inizio della lunga discesa verso La
Veulla (
piano7, ore 0.40 dal Lago Gelato, ore 4.40 dal rifugio).
Il sentiero scende a mezzacosta sul lato sinistro del vallone raggiungendo in pochi minuti i primi sparuti alberi (
ultimopino),
poi prosegue sempre un poco friabile e con alcuni tornanti di tanto in
tanto abbassansosi un poco alla volta. E' un percorso poco vario e
molto monotono (ancora di più lo è in salita), che ci fa
scendere lentamente verso valle. Fare attenzione nei tratti ove il
sentiero passa appena sotto le pareti rocciose a sinistra,
poiché mi è già capitato di sentire qualche sasso
rotolare da esse. A poco a poco gli alberi si intensificano fino a
divenire un vero e proprio bosco (rado) di pino uncinato e cespugli
vari, ci si abbassa lasciando sulla destra l'aguzzo Bec L'espic, sino
ad un piccolo avvallamento con cascatella su rocce (
gola2,
ore 0.45 da piano7, ore 5.25 totali dal rifugio). Proseguendo si
incontra prima un tratto di bosco più fitto con larici ed abeti (
larici, ore 0.10 da
gola2, ore 5.35 dal rifugio) e poi un secondo avvallamento anche qua con la possibilità di trovare un piccolo rivolo d'acqua (
gola2, ore 0.20 da
larici,
ore 5.55 dal rifugio), con cespugli ed erbe varie. Ormai ci inoltriamo
sotto il bosco che diviene un misto di abeti, larici e ancora pino
uncinato. Si prosegue a mezzacosta, pendenza più contenuta
incontrando prima un ponticello nuovo (
ponte11, pochi minuti dalla
gola2) e poi un tratto di sentiero con gradini in pietra (
gradini, ore 0.05 da
gola2,
ore 6.00 totali), da dove, tra gli alberi si intravede la sottostante
Alpe Serva Desot. Nota: il tracciato GPS n° 62 in questo ultimo
tratto è approssimato causa una pessima ricezione del segnale
nel bosco.
Il sentiero prosegue nel bosco superando un ru su un ponticello e poi,
più ripido, svolta vero destra raggiungendo finalmente
l'incrocio di magazzino (
Magazz, ore 0.15 dai
gradini,
ore 6.15 totali). Da qua, seguendo la sterrata ovvero il percorso di
salita, si raggiunge La Veulla in circa 35 minuti (ore 6.50 dal
rifugio, ore 3.40 da Punta Medzove, ore 2.50 dal Lago Gelato) ed il
parcheggio di Blanchet con altri ulteriori 10 minuti (ore 7.00 totali
dal rifugio).
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